L’uso dei filtri nella fotografia paesaggistica

I filtri fotografici sono accessori presenti da sempre nell’attrezzatura dei fotografi professionisti e degli appassionati più evoluti.
Nonostante l’avvento del digitale li abbia in qualche modo posti in secondo piano, preferendo strumenti software di post-produzione ai tradizionali vetrini, chi ha a che fare con la fotografia paesaggistica conosce bene, o dovrebbe conoscere, gli indiscussi vantaggi derivanti dall’impiego di questi oggetti.

Con questa guida desidero quindi introdurvi all’utilizzo dei filtri fotografici, concentrandomi su una tipologia in particolare: i Neutral Density a lastrina, graduati e non.
Contestualmente a ciò, per evitare di trattare l’argomento solamente da un punto di vista teorico, ho pensato di integrare in questo articolo anche sintetiche recensioni dei vari elementi che compongono il mio kit, del quale peraltro mi reputo più che soddisfatto; dunque una sorta di “lezione” teorico/pratica per approcciare la fotografia paesaggistica in maniera un po’ più tecnica.
DUE GRANDI CATEGORIE
Cominciamo questa guida suddividendo i filtri fotografici in due macro categorie:
– i filtri a vite, di forma circolare
– i filtri a lastrina, di forma rettangolare/quadrata
Tale premessa, seppur scontata, è d’obbligo per poter affrontare l’argomento senza fraintendimenti.
Detto questo, possiamo iniziare ad approfondire le suddette categorie.
Filtri a vite
I filtri a vite hanno una forma circolare e presentano una filettatura, al fine di poterli avvitare sulla parte frontale dell’obiettivo.
Il materiale con cui sono realizzati è generalmente il vetro. Dato che la stragrande maggioranza delle lenti (obiettivi) in commercio possiede la filettatura frontale, questa categoria di filtri è anche la più conosciuta ed utilizzata.

Ogni obiettivo e quindi ogni filtro possiedono diametri con dimensioni ben precise, le cui misure espresse in millimetri (mm) sono sempre riportate su ciascun prodotto. Appreso questo, prima di procedere con un eventuale acquisto, è necessario scegliere un filtro con diametro identico a quello dell’obiettivo insieme a cui si intende utilizzarlo.
Tali accessori hanno il vantaggio di essere poco ingombranti e facili da montare/smontare.
Di contro, in presenza di “vetri” digradanti, cioè caratterizzati da una colorazione non omogenea (ma sfumata), non consentono di traslare la gradazione in nessuna direzione (alto, basso, destra, sinistra) perché avvitati alla lente.
Inoltre, se si possiedono obiettivi con diametri differenti, è necessario acquistare più misure per lo stesso tipo di filtro.
I filtri circolari ad avvitamento maggiormente utilizzati nella fotografia paesaggistica sono, tra gli altri, i polarizzatori e i neutral density standard (cioè ad oscuramento omogeneo, non digradanti).
Filtri a lastrina
I filtri a lastrina si presentano in forme rettangolari o quadrate e vengono fissati alla macchina fotografica mediante un supporto apposito, detto holder, da interporre tra filtri e obiettivo.

Questo sistema permette di traslare i filtri lungo un asse, consentendo di regolarne la posizione. Se per un filtro ND omogeneo tale grado di libertà non comporta alcun beneficio, per i digradanti è un vantaggio impareggiabile.
D’altro canto, i filtri a lastrina sono più ingombranti, delicati e richiedono uno specifico supporto per essere utilizzati.
Il materiale con cui vengono realizzati è, in linea di massima, resina o vetro.
In riferimento a questa categoria, i più impiegati nella fotografia paesaggistica sono certamente i Graduated Neutral Density (GND) chiamati anche digradanti neutri.
FUNZIONALITÀ DEI PRINCIPALI FILTRI
UTILIZZATI NELLA FOTOGRAFIA PAESAGGISTICA
Dopo aver compreso i due principali formati in commercio, proseguiamo ora analizzandone le funzionalità.
Note preliminari
– Tutte le tipologie sotto riportate sono acquistabili sia in formato a vite, sia a lastrina.
– Mi riservo inoltre di ampliare questa sezione in futuro, con eventuali nuovi filtri.

Neutral Density Standard (ND)
Permettono di ridurre la quantità di luce entrante nell’obiettivo in maniera uniforme. Divengono indispensabili quando si vogliono effettuare lunghe esposizioni in ambienti molto luminosi. Infatti, pur impostando la fotocamera sul valore ISO più basso e sul diaframma più chiuso, non sempre si riescono ad ottenere tempi di esposizione sufficientemente lunghi.
Il termine “Neutral” sta a significare che tali filtri non introducono dominanti cromatiche, ma semplicemente attenuano la luce entrante in maniera neutra.
Si presentano di colore grigio neutro.
Nella pratica si comportano alla pari di un paio di occhiali da sole con lenti grigie omogenee (non sfumate).
Utilizzando questi filtri, disponibili in diversi valori di intensità in funzione della quantità di luce che sono in grado di trattenere, è possibile raggiungere i tempi di esposizione desiderati.
Un utilizzo tipico di questi filtri è apprezzabile nelle fotografie di cascate, torrenti, ecc., in cui l’acqua, scorrendo, genera una morbida scia bianca (simile alla seta); vengono inoltre impiegati per sfumare il movimento delle nuvole in condizioni ventose piuttosto che per “appiattire” l’acqua di mari/laghi/fiumi, generalmente mossa o increspata.

Graduated Neutral Density (GND)
Sono una variante dei filtri Neutral Density.
L’oscuramento del vetro si presenta graduale e si sviluppa da un’estremità più scura, gradatamente, verso una più chiara.
Vengono utilizzati principalmente nella fotografia paesaggistica per “comprimere” la gamma dinamica della scena ripresa, al fine di oscurare le aree più illuminate, permettendo di estendere “virtualmente” la latitudine di posa del sensore digitale (o della pellicola).
Tali filtri consentono quindi di ottenere fotografie più “bilanciate”; una tipica situazione consiste, ad esempio, in un cielo molto più luminoso rispetto ad un terreno (o primo piano) notevolmente più scuro.
Si presentano di colore grigio neutro sfumato e sono disponibili in diversi valori di intensità.
Esistono principalmente due tipi di gradazioni:
– una gradazione HARD, con uno stacco più netto e deciso, adatta a riprese con orizzonti lineari e ben definiti (mari e laghi).
– una gradazione SOFT, con una sfumatura più morbida ed estesa, conveniente in situazioni di orizzonti frastagliati o non ben definiti (montagne, alberi, ecc.).
Nella pratica si comportano similmente ad un paio di occhiali da sole con lenti grigie sfumate.

Polarizzatore
Grazie ad una particolare proprietà del vetro utilizzato, questo filtro permette di ridurre notevolmente i bagliori riflessi da specchi d’acqua ed altre superfici, come il vetro.
Tale caratteristica permette di “recuperare” la trasparenza dell’acqua migliorando notevolmente la visione dei fondali marini, lacustri e molto altro ancora. Inoltre, sempre grazie alla stessa proprietà, consente di ottenere cieli più saturi e contrastati, minimizzando i riflessi causati dal vapore acqueo presente nell’aria.
Non essendo perfettamente trasparenti a causa della loro natura fisica (come è possibile osservare nella fotografia a lato), fungono anche da leggeri filtri ND.
Nella pratica si comportano come un paio di occhiali da sole con lenti polarizzate, il cui compito è di attenuare i riflessi indesiderati.

Filtri UV
Infine è giusto citare, anche se a mero titolo informativo, i filtri UV.
Generalmente utilizzati per proteggere la lente dell’obiettivo da sporcizia, gocce d’acqua, graffi e urti accidentali, questi filtri nascono con lo scopo di filtrare i raggi ultravioletti, non visibili dall’occhio umano, ma percepibili da pellicole e sensori fotografici.
Tali raggi sono maggiormente presenti in alta montagna.
Nonostante il loro effetto sia quasi impercettibile, permettono di ottenere cieli leggermente più tersi e immagini più nitide, oltre a ridurre lievemente possibili dominanti azzurre.
SCELTA DEI PRODOTTI
Ora che abbiamo appreso in linea teorica le peculiarità dei principali filtri, è arrivato il momento di approfondire anche l’aspetto pratico di questi strumenti.
D’ora in avanti ci concentreremo sull’utilizzo dei neutral density a lastrina, sia graduati (GND) che omogenei (ND) e dei relativi accessori necessari per il loro utilizzo. Personalmente reputo infatti tali filtri i più importanti nell’ambito della fotografia paesaggistica, oltre al polarizzatore.
Verso quali marche conviene orientarsi?
Esistono alcune aziende specializzate nella produzione di questi accessori. Non tutte però offrono lo stesso livello qualitativo.
A titolo informativo riporto un sintetico elenco dei principali marchi, con relativi siti web, ordinati per qualità decrescente (per intenderci, dal più costoso al più economico).
Singh Ray – www.singh-ray.com
Lee Filters – www.leefilters.com
Hi-Tech – www.formatt-hitech.com
Cokin – www.cokin.com

Quando decisi di acquistare i miei primi filtri a lastrina, mi trovai a dover scegliere tra una di queste marche. Facendo riferimento ai vari pareri e consigli trovati su internet, la mia scelta ricadde sulla “Lee Filters“, azienda inglese ben nota per l’elevata qualità dei propri prodotti, ma a prezzi ancora accessibili.
La seguente guida prenderà quindi in considerazione solamente “elementi” Lee.
COMPOSIZIONE DEL KIT DI BASE
Come ho anticipato in precedenza, per poter utilizzare i filtri a lastrina è necessario disporre di un paio di componenti ausiliari, al fine di rendere più agevole e sicuro il loro impiego.
Questi elementi sono:
il portafiltri (holder), che funge quindi da supporto
l’anello adattatore (adaptor ring), elemento di “giunzione” tra l’obiettivo e il portafiltri
Inoltre non possiamo tralasciare un altro elemento che, anche se esula dal contesto, risulta di vitale importanza: il treppiede.
Dunque, l’insieme di questi componenti (anello adattatore + holder + filtri) costituisce il kit di base che vi suggerisco di possedere per approcciare questo genere di fotografia nel migliore dei modi.

Nota: non nego tuttavia che sia possibile fotografare tenendo in mano una lastrina e ponendola davanti all’obiettivo, evitando di acquistare holder e anello adattatore, magari anche senza l’impiego del cavalletto; ma sono altrettanto convinto che questo “stratagemma”, seppur più economico, sia controproducente:
primo perché la mano non risulterà mai perfettamente ferma e la posizione del filtro rispetto alla scena ripresa sarà a dir poco approssimativa
e secondo perché in queste condizioni si perderebbe di vista l’essenza di questa esperienza fotografica, basata sullo studio sereno e ragionato della composizione e dell’esposizione.
Passiamo ora all’analisi dettagliata di questi tre componenti.
IL SISTEMA LEE FILTERS

Premessa
A seguire verranno utilizzati termini inglesi per definire i vari prodotti Lee Filters.
Tale scelta è dettata per meglio identificare i relativi “elementi” sui siti web del produttore (www.leefilters.com) e dei rivenditori autorizzati, la cui stragrande maggioranza risulta essere britannica.

Lee Adaptor Ring (Anello adattatore)
Anello di alluminio filettato che viene avvitato sulla parte frontale dell’obiettivo.
Il suo compito è di ospitare e sorreggere il portafiltri davanti alla lente.
Gli anelli vengono prodotti in varie misure, per adattarsi ai diversi diametri degli obiettivi sul mercato.
Lee Filters commercializza due tipi di Adaptor Ring: gli “Standard” e i “Wide Angle“.
I primi, come dice già il termine, sono standard, ovvero la versione classica.
I secondi, gli Wide Angle, sono invece da preferire se si utilizzano lenti ultra grandangolari (super wide), in quanto consentono di avvicinare il più possibile i filtri alla lente frontale, al fine di ridurre la possibilità di vignettatura.

Lee Filter Holder (Portafiltri)
Il portafiltri consente di alloggiare un determinato numero di lastrine (1, 2, 3 o 4) nei suoi appositi slot (comparti/fessure).
E’ progettato per contenere filtri standard con larghezza di 100 mm.
Le due versioni commercializzate più note sono:
il “Foundation Kit“, più semplice ed economico
il “Professional Kit“, più articolato e costoso
Mentre il “Professional Kit” si compone di due holder standard connessi insieme mediante uno snodo, al fine di garantire maggior libertà compositiva, il “Foundation Kit” viene venduto come portafiltri singolo, pre-assemblato, con due slot montati.
In entrambi i casi sta all’acquirente decidere se variare la configurazione predefinita, aggiungendo o rimuovendo slot a proprio piacimento. L’operazione di assemblaggio è in ogni caso rapidissima, in quanto richiede sostanzialmente di svitare e riavvitare 4 viti.

L’holder è realizzato in materiale plastico.
Per potersi innestare sull’anello adattatore, il portafiltri sfrutta un fermo metallico ad aggancio e sgancio rapido, la cui tenuta è garantita da un semplice meccanismo a molla.
Ciò consente, tra le altre cose, di poter ruotare l’holder e quindi i filtri montati su di esso di 360°, semplicemente allentando il fermo a molla.
Ringrazio Lee Filters per avermi cortesemente permesso la riproduzione di questa immagine.
I would like to thank Lee Filters for their kindly permission to reproduce this picture.

Lee Filters (Filtri)
La molteplicità di filtri prodotti dalla Lee permette di supplire alle più disparate esigenze.
Partendo da quelli colorati in poliestere fino ad arrivare ai neutral density realizzati in vetro, ce ne sono davvero per tutte le necessità.
Benché buona parte di essi può trovare un proprio spazio nella fotografia paesaggistica, ciò che “serve veramente” si riduce a cinque modelli, che andremo subito ad approfondire.

Neutral Density Standard Filters
(Filtri ND standard)
Sono i classici filtri ND non digradanti (quindi omogenei).
Il materiale di cui sono fatti è una resina di alta qualità.
Ogni singolo filtro viene lavorato e rifinito a mano.
Hanno una forma quadrata il cui lato misura 100 mm.
Sono disponibili più varianti, a seconda dell’intensità oscurante.
Le più note ed utilizzate sono: 0.3 (1 stop), 0.6 (2 stop) e 0.9 (3 stop).
Vengono commercializzate anche versioni in vetro, chiamate “Proglass ND Standard Filters”, un po’ più costose di quelle in resina.

ND Graduated Hard Filters
(Filtri GND Hard)
Filtri ND digradanti di tipo Hard.
Come è possibile osservare dall’immagine a lato, presentano uno stacco netto tra le due metà del filtro.
Sono prodotti con una resina di alta qualità.
Ogni singolo filtro viene lavorato e rifinito a mano.
Hanno una forma rettangolare le cui dimensioni corrispondono a 150 mm x 100 mm.
Sono disponibili più varianti, a seconda dell’intensità oscurante.
Le più note ed utilizzate sono: 0.3 (1 stop), 0.6 (2 stop) e 0.9 (3 stop).

ND Graduated Soft Filters
(Filtri GND Soft)
Filtri ND digradanti di tipo Soft.
Come è possibile osservare dall’immagine a lato, presentano una sfumatura “soffice” tra le due metà del filtro.
Sono prodotti con una resina di alta qualità.
Ogni singolo filtro viene lavorato e rifinito a mano.
Hanno una forma rettangolare le cui dimensioni corrispondono a 150 mm x 100 mm.
Sono disponibili più varianti, a seconda dell’intensità oscurante.
Le più note ed utilizzate sono: 0.3 (1 stop), 0.6 (2 stop) e 0.9 (3 stop).

Square Glass Polariser – Circular
(Filtro C-PL)
Filtro polarizzatore circolare a lastrina, realizzato in vetro.
Ogni singolo filtro viene lavorato e rifinito a mano.
Ha una forma quadrata il cui lato misura 100 mm.
Esiste anche una variante di forma circolare (Lee 105mm Glass Rotating Polariser – Circular), più comoda da utilizzare, avvitabile su un innesto dedicato.
L’intensità oscurante causata dalla non totale trasparenza del vetro (tipica di qualsiasi filtro polarizzatore) corrisponde a circa 1.5 stop.

Un filtro particolare: “The BIG Stopper”
(Filtro ND da 10 stop)
Filtro Neutral Density “speciale” di intensità oscurante pari a 10 stop.
La sua caratteristica è quella di attenuare la luminosità della ripresa di ben 1000 volte!
E’ utilizzato per effettuare lunghe/lunghissime esposizioni anche in situazioni di illuminazione diurna.
E’ realizzato in vetro ed apparentemente sembra completamente nero: in realtà ha una lievissima ed uniforme trasparenza che permette alla luce di attraversarlo.
Presenta una guarnizione in gomma in prossimità dei bordi al fine di impedire il passaggio di luce tra il filtro e l’holder. Ogni singolo filtro viene lavorato e rifinito a mano.
Nonostante venga definito neutro, introduce una moderata dominante fredda (blu), difetto ad ogni modo comprensibile su un filtro di questa entità. Ha una forma quadrata il cui lato misura 100 mm.

Esempio di intensità oscurante: il set di filtri GND Soft Lee

Cosa acquistare
Dopo questo lungo discorso è giunto il momento di tirare le fila e riassumere cosa conviene effettivamente acquistare per dilettarsi con questi strumenti. Ho deciso di proporre non una, ma tre “liste della spesa”, in funzione della disponibilità economica e delle esigenze di ciascuno.
Nota importante: tengo a precisare che le indicazioni riportate non si rifanno a regole “ufficiali”, ma sono solamente consigli dettati dalla mia personale esperienza.
Lista n. 1 – Il minimo indispensabile
– 1 Adaptor Ring Wide Angle
– 1 Holder tipo Foundation Kit
– 1 Filtro Neutral Density Graduated Hard da 0.9
– 1 Filtro Neutral Density Graduated Soft da 0.6
– 1 Filtro Neutral Density Standard da 0.9
Lista n. 2 – Un buon set di strumenti
– 1 Adaptor Ring Wide Angle
– 1 Holder tipo Foundation Kit
– 2 Filtri Neutral Density Graduated Hard: uno da 0.6 e uno da 0.9
– 2 Filtri Neutral Density Graduated Soft: uno da 0.6 e uno da 0.9
– 2 Filtri Neutral Density Standard: uno da 0.6 e uno da 0.9
Lista n. 3 – Un kit decisamente completo
– 1 Adaptor Ring Wide Angle
– 1 Holder tipo Professional Kit
– 1 Set di filtri Neutral Density Graduated Hard: composto da 0.3 – 0.6 – 0.9
– 1 Set di filtri Neutral Density Graduated Soft: composto da 0.3 – 0.6 – 0.9
– 2 Filtri Neutral Density Standard: uno da 0.6 e uno da 0.9
– 1 Filtro “The BIG Stopper” (ND da 10 stop)
– 1 Filtro Square Glass Polariser – Circular (polarizzatore circolare)
ESEMPI DI UTILIZZO DEI FILTRI A LASTRINA LEE
Vediamo ora degli esempi pratici per capire come realmente i filtri ND e GND cambiano l’aspetto di una fotografia.
1 – Risultato prodotto da filtro Neutral Density
(ND)

SENZA FILTRI
Questa fotografia presenta un’esposizione corretta, ma l’increspatura dell’acqua toglie fascino ad un’immagine che potrebbe essere molto più fiabesca.

CON FILTRO ND
Utilizzando un filtro Neutral Density standard da 3 stop (ND 0.9 Lee) è stato possibile allungare il tempo di esposizione di ben 8 volte, ottenendo sull’acqua un piacevole effetto setoso.
2 – Risultato prodotto da filtro Graduated Neutral Density Hard
(GND Hard)

SENZA FILTRI
Questa fotografia presenta un’evidente disparità di luminosità tra l’area del cielo e la rimanente parte. L’immagine appare quindi “sbilanciata” e non permette di valorizzare l’intensità del momento ripreso.

CON FILTRO GND HARD
Utilizzando un filtro Neutral Density digradante Hard (GND 0.75 Hard Lee) allineato lungo il profilo delle montagne, il cielo ha assunto un carattere decisamente più intenso, bilanciando perfettamente l’immagine.
3 – Risultato prodotto da filtro Graduated Neutral Density Soft
(GND Soft)

SENZA FILTRI
Questa fotografia presenta una disparità di luminosità tra la metà superiore e quella inferiore. La differenza non è così netta come nella fotografia precedente, in quanto la variazione è molto graduale.

CON FILTRO ND
Utilizzando un filtro Neutral Density digradante Soft (GND 0.6 Soft Lee) centrato sul fotogramma, è stato possibile ottenere una piacevole simmetria di luminosità tra le tue metà dell’immagine.
ALTRI SCATTI REALIZZATI MEDIANTE L’IMPIEGO DI FILTRI FOTOGRAFICI





CONCLUSIONI
In presenza di scenari mozzafiato e con la giusta tecnica, i filtri fotografici possono realmente trasformare una buona ripresa in un’immagine eccezionale. Grazie alle loro proprietà è davvero possibile “controllare” e dosare la luce secondo le proprie esigenze.
Il loro utilizzo richiede però un approccio completamente differente dal tipico “scatta e vai”.
Il fascino della fotografia paesaggistica, completato dalle potenzialità dei filtri fotografici, esige un metodo calmo e ragionato, finalizzato alla ottimizzazione della ripresa prima dello scatto, che mal si sposa con la fretta e la superficialità di chi, seppur ingenuamente, si precipita a fotografare un paesaggio senza riuscire a coglierne e a valorizzarne la sua vera essenza.